THICH NHAT HANH

Sono stati distribuiti migliaia e migliaia di quaderni ai bambini e questi, aprendoli, trovano sotto la copertina la frase “Inspirando calmo il mio corpo, espirando sorrido”..

La vita e la morte sono concetti, non realtà. Pensare che siano reali le rende illusioni molto potenti che ci fanno soffrire. Il Buddha ha insegnato che non c’è nascita, non c’è morte, non c’è altro e diverso… Capire che non possiamo essere distrutti ci libera dalla paura…

Per molti di noi il dolore più grande nasce dai concetti di venire e andare. Noi pensiamo che la persona amata è venuta a noi da qualche parte e ora se n’è andata da qualche altra parte. La nostra vera natura però è quella di non venire né andare. Noi non siamo venuti da nessuna parte e non andremo da nessuna parte: quando le condizioni sono sufficienti ci manifestiamo; quando non lo sono più non ci manifestiamo più. Questo non significa che non esistiamo più: come le onde radio in assenza di una radio, semplicemente non ci manifestiamo… Non sono solo i concetti di andare e venire a non corrispondere alla realtà. Lo stesso avviene per i concetti di essere e di non essere. …Il sutra della Prajnaparamita dice: “..Tutti i fenomeni sono caratterizzati dalla vacuità. Non sono né prodotti né distrutti .. non aumentano né diminuiscono”. Nulla ha un sé separato e nulla esiste in se stesso… Tutti i fenomeni non sono né prodotti né distrutti perché si trovano in un processo costante di manifestazione. Siamo abbastanza intelligenti da capirlo, forse; ma comprenderlo con l’intelletto non basta: capirlo fino in fondo è essere liberi dalla paura. E’ raggiungere nell’illuminazione. E’ vivere nell’inter-essere.

Essere e non essere sono soltanto due idee, l’una opposta all’altra: non sono una realtà e non descrivono la realtà… Se vi siete fatti un concetto del nirvana, quel concetto dovrebbe essere rimosso. Il nirvana è vuoto di ogni concetto, compreso il concetto stesso di nirvana. Se siete prigionieri del concetto di nirvana vuol dire che non avete ancora raggiunto il nirvana. Questa intuizione profonda, questa scoperta, ha portato il Buddha al di là della paura, al di là dell’ansia e della sofferenza, al di là della vita e della morte.

Con un fiammifero possiamo accendere due candele; poi ci soffiamo sopra e lo spegniamo. Pensi che la fiamma del fiammifero sia morta? Non è nella natura della fiamma nascere o morire. La questione è: la fiamma delle due candele è la stessa fiamma o sono due fiamme diverse? Non è la stessa e non è un’altra. Ora una seconda domanda: La fiamma del fiammifero è morta? E’ morta e non morta. Non è nella sua natura morire, come non lo è nascere. Se lasciamo accese le due candele per un’ora, la fiamma rimarrà sempre la stessa o sarà un’altra? Lo stoppino, la cera e l’ossigeno sono sempre diversi. La parte dello stoppino e la cera che stanno bruciando sono in continua trasformazione. Se queste cose si trasformano, anche la fiamma sarà in trasformazione. Così la fiamma non è la stessa ma nemmeno un’altra.

Ci sono otto concetti di base che gettano olio sul fuoco della nostra paura: nascita e morte, andare e venire, stesso e diverso, essere e non-essere. Questi concetti ci impediscono di essere liberi. Gli insegnamenti che ci sono stati dati come antidoto sono detti “gli otto NON”: non-nascita, non-morte, non venire, non andare, non lo stesso, non diverso, non-essere e non non-essere.

Quando una nuvola si trasforma in pioggia puoi osservare a fondo la pioggia e scoprire che la nuvola è ancora lì che ti sorride, che ride. Questo ti rende felice e ti fa smettere di piangere perché non sei più attaccato all’apparenza della nuvola. Se sei immerso nel dolore per la perdita e continui a piangere a lungo è perché sei rimasto indietro, prigioniero della “forma”, del “segno” della nuvola. Sei rimasto prigioniero di un’apparenza del passato e non sei in grado di vedere la nuova forma: non sei riuscito a seguire la nuvola nelle sue trasformazioni in pioggia o neve. Se hai perso qualcuno e hai pianto molto a lungo, accetta l’invito del Buddha.. Osserva in profondità e riconosci che quella persona a te cara ha in sé la natura della non-nascita e non-morte, del non venire e non andare. …Pensi che la nuvola e la pioggia siano la stessa cosa o pensi che siano due cose diverse? Nuvola, pioggia, neve, acqua. Sono quattro cose diverse?

La vera natura di tutti gli esseri è di non nascere né morire, di non arrivare né partire. Quando perdiamo qualcuno che amiamo dovremmo ricordare che quella persona non si è annichilita. “Qualcosa” non si può trasformare in “nulla”, come “nulla” non si può trasformare in “qualcosa”. La scienza ci aiuta a comprendere: la materia non può essere distrutta, può solo trasformarsi in energia. E l’energia può diventare materia, ma non può essere distrutta…

La non-paura è il dono più grande della meditazione. Con questo dono possiamo superare il lutto e il dolore. Finché hai paura non puoi essere perfettamente felice. Siamo pieni di nozioni come nascita, morte, venire, andare, ecc. e soffriamo perché vi restiamo intrappolati. La nostra vera liberazione è la liberazione dai concetti.

L’impermanenza dovrebbe essere compresa anche alla luce dell’inter-essere. Poiché tutte le cose inter-sono, si influenzano continuamente a vicenda. Si dice che il battito d’ali di una farfalla da una parte del pianeta possa influenzare il tempo atmosferico agli antipodi.

Siete nella sala di meditazione ma comprendete ciò che succede al di fuori di essa, nel mondo, perché se vi perdete nella sala di meditazione allora non si tratta di vera contemplazione. Ciò che succede in voi riflette di norma ciò che succede nella società. Quando osservate da vicino una cosa, siete in grado di vedere molte cose. La vostra sofferenza e la vostra felicità sono la conseguenza di molte condizioni generalmente considerate come esterne; per questo osservando una cosa in realtà se ne possono vedere molte. Osservando in profondità un mandarino si possono vedere il sole, le nuvole, gli alberi e così via. In assenza di questa capacità di discernimento, non possiamo parlare di vera contemplazione; la vera contemplazione genera una vera comprensione della natura della situazione.

Il Buddha ha detto: se rimanete prigionieri di un’idea convinti che quella sia “la verità”, perdete l’occasione di conoscere la verità. Nell’addestramento alla consapevolezza “…consapevoli della sofferenza creata dal fanatismo e dall’intolleranza, siamo determinati a non vincolarci e a non idolatrare alcuna dottrina, teoria o ideologia, nemmeno quelle buddiste. Gli insegnamenti buddisti sono mezzi che ci guidano, aiutandoci ad imparare a osservare in profondità e a sviluppare la nostra comprensione e compassione…”.